- All’Oratorio dei Bianchi in mostra la statua del re di Procopio Serpotta
- Parte il primo weekend del festival Restart
Grazie a Restart torna alla luce la “Statua del Re”, un’opera di Procopio Serpotta. Con quella statua torna alla luce anche un brano di memoria della città. Il primo weekend di Restart è proprio nel segno della famiglia Serpotta. Tra le tante iniziative previste dal festival, nelle sere di venerdi 2 luglio e sabato 3 luglio, si aprono al pubblico le porte dei quattro oratori serpottiani : Santa Cita, Santissimo Rosario in San Domenico, San Lorenzo e San Mercurio. Proprio a San Mercurio è possibile ammirare uno spettacolare video mapping di Dario Denso Andriolo sonorizzato da Gianni Gebbia e Vito Gaiezza.
Primo weekend del festival Restart
Il tributo alla tradizione Serpotta andrà in scena all’Oratorio dei Bianchi, dove verrà presentato il restauro della “Statua del Re”, opera in stucco datata e firmata da Procopio Serpotta. Il restauro, promosso dagli Amici dei Musei Siciliani, è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione Sicilia.
Per Bernardo Tortorici, Presidente degli Amici dei Musei Siciliani ed organizzatore di RestArt, “La figura di un re che si rialza e mostra tutto il suo splendore simbolicamente rappresenta la città che riparte mostrando la sua bellezza. Non poteva esserci momento migliore per presentare questo importante restauro che l’inizio di questa nuova edizione di RestART. Voglio ringraziare la Fondazione Sicilia ed il Polo di Palazzo Abatellis per aver voluto condividere questo progetto che certamente contribuirà alla valorizzazione dell’oratorio dei Bianchi ed arricchirà ulteriormente la fama della famiglia Serpotta”.
La“Statua del Re”, così come veniva denominata l’opera nelle pieghe dimenticate delle fonti del tempo, si presenta nella sua nuova collocazione all’Oratorio dei Bianchi. Realizzata in stucco, essa poggia sul suo piedistallo su cui è incisa un’iscrizione oggi lacunosa, che riporta la data 1727, il nome del probabile committente e il nome dell’autore, Procopio Serpotta. L’insieme supera in altezza i due metri, enfatizzati dalla visione dal basso del nuovo allestimento espositivo. La statua mostra una figura virile in abbigliamento militare da cerimonia con corazza e gorgiera, la mano al fianco e l’altra a impugnare il bastone, rivolto verso l’esterno in basso.
Da venti anni la statua giaceva dimenticata
Dopo quasi venti anni di giacenza nei depositi dell’Oratorio dei Bianchi, la statua in stucco di Procopio Serpotta ritorna a dominare la scena dallo scalone dell’Oratorio. La statua era collocata originariamente in esterno sul prospetto del “Palazzo del Re”, demolito nel 1936 per la realizzazione dell’attuale via Roma. La statua del Re è l’unica opera a carattere laico che l’erede del grande stuccatore Giacomo ha realizzato nella città di Palermo e raffigurante il giovane Re Filippo II figlio di Carlo V, ritorna a dominare la scena dallo scalone dell’Oratorio.
La storia di Procopio Serpotta
Procopio Serpotta Figlio naturale di Giacomo Serpotta e di una donna sconosciuta, Procopio si formò nella bottega paterna, apprendendo soprattutto la tecnica dello stucco nella quale la famiglia dei Serpotta si era affermata.Collaborò a varie imprese decorative a Palermo, in collaborazione con il padre e con il fratello di questi, Giuseppe.