Tanti sono i racconti che riguardano la nostra isola, ma è uno quello che voglio ricordare: lo Spasimo di Raffaello. Forse non tutti sanno che il nome originario dell’opera del protagonista del Rinascimento italiano è Andata al Calvario realizzato nel 1517. La storia del dipinto, che il pittore aveva realizzato per la Sicilia, è ricca di vicissitudini, viaggi tormentati e cessioni ed espropri che l’hanno portato fuori dalla sua terra.
Nel dipinto si descrive il momento in cui Gesù si avvia verso il calvario, circondato da Maria, i soldati, la Maddalena e altre donne. Il momento rappresentato, in particolare, è molto commovente. Dopo la caduta di Gesù sotto il peso della croce, egli cerca conforto nello sguardo della madre, la quale cerca di soccorrerlo tendendogli le mani.
Come dicevo, la storia del dipinto è piena di mistero. Descritta dal Vasari, in un libro dedicato a Raffaello, riporta la storia dal ricevimento dell’ordine e la successiva esecuzione. Il dipinto venne realizzato a Roma e poi spedito verso la Sicilia in un’imbarcazione che però non arrivò mai.
A seguito di un naufragio, l’opera, come racconta Vasari, venne recuperata a Genova senza alcun danno. A tal riguardo scrive: “Sino alla furia de’venti e l’onde del mare ebbono rispetto alla bellezza di tale opera“.
A seguito di una serie di trattative, col supporto di Papa Leone X, il dipinto raggiunse la sua destinazione originaria a Palermo, posizionato nella Chiesa dello Spasimo su di una cornice marmorea, realizzata dallo scultore siciliano Antonello Gagini.
Purtroppo la storia del dipinto non si ferma, infatti, nel ‘600 venne venduto o, secondo altre versioni, donato dal viceré di Sicilia Filippo IV di Spagna al monastero Escorial di Madrid.
Anche con Napoleone il dipinto non trovò pace, infatti, nell’800 egli lo porta con sé a Parigi. Dopo la fine dell’età napoleonica, il dipinto tornò in Spagna per restarci ancora oggi al Museo del Prado.
Testo di Paola Chirico